Gira nel web questa infografica. Sembra che questo povero negoziante sia tartassato da spese e tasse... Oppure è solo apparenza??? Si vede subito per esempio che si tratta di un negozio che vende succhi di frutta o vino, che sono alimentari (quindi soggetti a deperibilità) con aliquota ordinaria (iva 20.000 euro su 120.000). Questo negoziante potrebbe anche vendere tartufi in centro città dove paga 1000 euro per un piccolo negozio dove ci sono alimentari di valore), ma questo non giustifica i 1200 euro di immondizia. Il negozio dovrebbe trovarsi in un piccolo paese o nella media periferia di una città.
Passando al dettaglio le spese: i corrispettivi sono di 500 euro al giorno per 6 giorni per 52 settimane, quindi 152.000 euro. Poniamo qualche giorno di ferie quindi si arriva ai 120.000 euro di corrispettivo lordo. Per ottenere il ricavo al netto dell'IVA si detrae il 20% (si prende l'antica aliquota per semplificare), giungendo a 100.000 euro. Considerare l'IVA come una spesa non tenendo conto dell'IVA sugli acquisti in detrazione come nell'infografica è sbagliato.
Quindi:
100.000-
60.000- (acquisti merce)
12000- (affitti)
500- (INAIL)
1500-(commercialista)
2000-(energia elettrica)
2000-(insegna enorme e cassa)
1200-(rifiuti)
500-(telefono)
3000(deperibilità)
----------
17.800
Di questi 17.800 lo stato se ne prende la metà tra IRAP, IRPEF e INPS. Inoltre al primo anno di attività si prende pure gli acconti sull'anno successivo, quindi si prende anche gran parte dell'altra metà. Negli anni successivi gli acconti vanno detratti dalle tasse calcolate, quindi si ritorna al 50%. Sebbene il risultato non sia diverso da quello dell'infografica almeno si capisce che il negozio relativo è anche "improbabile" e che comunque c'è speranza.
Nessun commento:
Posta un commento