La celebrazione del carnevale risale a tempi molto antichi, ovviamente con nomi diversi, ma modalità e significati comuni. Il carnevale, rituale celebrato sempre in vicinanza dell'equinozio di primavera (in certe culture il periodo si allargava e partiva dal 31 ottobre) rappresenta una porta tra il mondo dei vivi e l'aldilà dei morti: gli spiriti che vagavano nel mondo reale prendevano dei corpi provvisori (le maschere) che assumono anche una caratteristica soprannaturale. Queste visite dall'aldilà rappresentano una nuova fecondazione della terra, vivi e anime di defunti fraternizzano allegramente, alcune culture prevedono un ribaltamento di ruoli (padroni che servono gli schiavi, re che prendono ordini dai sudditi), pur sempre rimanendo in un clima dissoluto. Alla fine del periodo di carnevale i ruoli vengono ricostituiti, il passaggio tra i mondi viene chiuso, celebrando dei rituali purificatori: una condanna, un funerale o un processo, o spesso il rogo per il "Re del carnevale" rappresentato da un fantoccio.
Nell'antico Egitto il Navigium Isidis era un rito molto festoso in cui si sfilava in maschera per ricordare la resurrezione del dio Osiride per mano di Iside che ne aveva ricomposto il corpo. Questo rito venne importato nella religione romana ed in seguito in quella cristiana, dove venne diviso in carnevale e quaresima.
Nella Grecia classica le dionisiache erano riti in cui si ribaltavano i ruoli sociali in un clima di dissolutezza e scherzoso (molto simile alle saturnali romane) e veniva ricordato il rinnovamento dell'energia della vita in un ciclo che durava fino all'equinozio di primavera seguente.
Nell'antica Babilonia subito dopo l'equinozio di primavera si celebrava il nuovo ciclo della vita: il dio Marduk, risorto a nuova vita, aveva sconfitto il drago Tiamat, e veniva acclamato salvatore dell'umanità. Allegoricamente veniva sconfitto il caos per lasciare il passo alla nuova esplosione della vita naturale che inizia a primavera.
Nelle civiltà celtiche il Samhain aveva il significato di un nuovo inizio di un ciclo temporale. Il 31 ottobre viene fatto l'ultimo raccolto e si inizia l'immagazzinamento degli alimenti per tutto l'inverno. L'assimilazione della cultura celtica in quella romana e la conseguente diffusione della religione cristiana nacque così la tradizione di far durare il carnevale dal 31 ottobre fino all'ultima domenica di carnevale. Questo periodo si era soliti riconciliarsi con dio, una sorta di rituale di riflessione sui rapporti tra il mondo reale e quello metafisico. In seguito la chiesa cattolica ha condannato il carnevale come festività dissoluta, contrario ai dettami di rigore professati, ma il rituale non è mai scomparso.
Oggi il carnevale è anche una celebrazione cristiana, detta Tempo di Settuagesima. In questo periodo si approfitta ancora per la riconciliazione con dio, ed è considerato un periodo di preparazione alla quaresima. Il Tempo di Settuagesima si conclude il giorno precedente il mercoledì delle ceneri, inizia con la domenica di Settuagesima, cioè la domenica 70 giorni prima di Pasqua.
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