L'Unione monetaria dei paesi latini fu un tentativo di far circolare
all'interno di alcuni stati delle valute dello stesso valore. L'unione
esistì nel XIX secolo, quando il valore delle monete era dato dal loro
contenuto di oro e argento. Armonizzando questo contenuto le monete
potevano essere usate in tutti i paesi in cui era valida l'Unione. Il
trattato venne firmato nel 1865 tra Francia, Belgio, Italia e Svizzera, a
cui si aggiunsero in seguito Spagna e Grecia (1868), poi
Austria-Ungheria, Romania, Bulgaria (1889).
Si era reso necessario
trovare un sistema monetario stabile e uniforme a causa degli sbalzi di
valore tra oro e argenti che fino ad allora erano contenute nelle
monete. Gli sbalzi di valore erano dovuto a scoperte di giacimenti
auriferi sempre più frequenti nell'Ottocento (California, Australia...) e
questo provocava destabilizzazioni frequenti a causa della differenza
di valore che l'oro accumulava nel tempo e nei cambi tra diverse valute.
L'armonizzazione
delle valute del 1866 stabiliva un rapporto fisso tra oro e argento
nelle monete che circolavano nell'unione. Il criterio per le monete
divisionali era uguale in tutta l'Unione, ma le monete potevano
continuare a nominarsi come in precedenza.
Il primo presidente dell'Unione, Felix Esquirou Parieu prevedeva già nel 1865 un futuro di federazioni pacifiche in europa.
Tuttavia
la fluttuazione del rapporto tra i metalli supposta stabile provocò dei
problemi intrinsechi allo stesso sistema dell'unione monetaria. I
metalli usati per le monete venivano raccolti, coniati e trasportati
prima di diventare appunto monete, a questo punto il valore della moneta
è patrimonializzato del valore delle lavorazioni connesse. Siccome il
valore del metallo e delle lavorazioni cambia da stato a stato, le
monete che intrinsecamente hanno meno valore spariscono dalla
circolazione dello stato per essere esportate in stati dove hanno più
valore. Lo stesso meccanismo colpiva anche i cambi con un sistema molto
più complesso.
Diverse convenzioni per adattare il corso dei cambi
e dei metalli furono firmate dopo il 1865 per ovviare a questi
problemi, tuttavia gli stati dell'Unione erano diretti all'abolizione
del bimetallismo per favorire il monometallismo aureo. Alcune monete
divisionali (in argento) di alcuni stati dell'unione vennero in seguito
escluse dall'intercircolazione all'interno dell'Unione (Italia - 1893,
Grecia - 1908).
Con lo scoppio della guerra nel 1914 e monete
vengono tesaurizzate dai vari stati e vengono emesse delle banconote in
loro sostituzione. Le emissioni di banconote aumentano nei vari paesi a
ritmi diversi, e congiuntamente all'instabilità dei metalli e dei cambi
dovuti alla guerra rende impossibile seguire i principi iniziali della
Convenzione del 1865, tuttavia eseguendo alcuni accorgimenti la
struttura tiene.In diverse parti dell'unione non vengono più coniate
monete d'oro a vantaggio delle monete d'argento. Nel 1921 il signoraggio
per le monete d'argento era negativo, percui si preferì non coniare più
monete, ma "buoni". La situazione divenne così insostenibile, finchè il
Belgio nel 1925 denunciò la Convenzione che aveva creato l'Unione, che fu sciolta nel 1927.
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