Il capodanno si inizia a festeggiare in epoca romana come rito per ingraziarsi il dio Giano (divinità degli inizi). Tuttavia sembra che i druidi celtici festeggiassero tale avvenimento (non è noto se per influenza romana o nativamente), festività che vennero interrotte in occasione dell'evangelizzazione delle terre celtiche, irlanda, nordeuropa, gran bretagna. In occasione di queste evangelizzazioni il santo Eligio ricorda che non è cristiano mascherarsi, fare scherzi o giochi, fare regali, credere a donne che predicono eventi futuri, cantare insieme per l'arrivo del nuovo anno. Nonostante tutto l'usanza di festeggiare l'arrivo del nuovo anno sopravvisse fino ad oggi, seppur in giorni differenti in quanto il calendario gregoriano non era adottato da tutti gli enti politici, anzi, spesso i calendari variavano da città a città. Nel 1691 papa Innocenzo XII adottò definitivamente il calendario gregoriano istituendo l'attuale capodanno. Allora il papa era il superpartes di tutte le entità politiche del tempo (almeno quelle cattoliche), questo favorì l'unificazione dell'uso del calendario gregoriano.
Secondo le usanze ebraiche Gesù fu circonciso l'ottavo giorno successivo alla nascita. Per qualche oscuro motivo questo giorno cadrebbe il primo giorno del calendario giuliano, corrispondente al nostro 14 gennaio. La chiesa cattolica ricordava questo evento il 1 gennaio, mentre quelle ortodosse continuano ancora oggi a ricordarlo il 14 gennaio (la chiesa ortodossa però non adotta il nostro stesso calendario). Il Concilio Vaticano II istituisce la festività della Divina maternità di Maria in sostituzione della circoncisione. Sebbene la natura divina della maternità di Maria fosse ricordata dal sesto secolo, venne sancita solo recentemente. Il 1° gennaio è anche la Giornata mondiale della pace, che viene celebrata dalla Chiesa con apposita messa, purchè la messa non coincida con quella della Divinità della maternità, altrimenti deve essere celebrata la domenica successiva. Ancora nei giorni nostri è possibile a Capodanno ritrovare nei media o nelle festività le ricorrenze propiziatorie che tanto odiava Sant'Eligio.
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