Il job act inoltre vorrebbe attirare gli investimenti stranieri, semplificando le ostiche regole e regoline che spaventano coloro che vorrebbero apportare i loro freschi capitali nel nostro paese.
Il progetto ha diversi punti:
- Riduzione dei costi energetici delle aziende italiane in modo da ridurne il dislivello con le altre aziende europee
- Riduzione dell'IRAP per le imprese, in quanto chi produce non soffra di un eccessivo peso fiscale. La copertura di questa riduzione si troverebbe nelle rendite finanziarie (ovviamente massacrare di tasse i not-people sarebbe controproducente, sarebbe da introdurre una tassa a scaglioni, chi muove più capitali paga di più)
- Riduzione della spesa dello stato (argomento già trito e ritrito, chissà come andrà a finire? )
- Integrazione di sistemi digitali, per esempio fatturazione elettronica, pagamenti elettronici ecc. (qui siamo già a buon punto)
- Eliminazione dell'iscrizione alla camera di commercio, ora obbligatorio sarebbe un piccolo risparmio
- Semplificazione della burocrazia dell'amministrazione pubblica, trasparenza della stessa e certezza dei tempi di una procedura amministrativa pubblica (forse ottenere permessi e concessioni sarà più semplice)
- Riduzione di tutte le forme contrattuali che hanno prodotto precarietà del lavoro e quindi calo dei consumi e di conseguenza l'espandersi della crisi. Il contratto a tempo indeterminato tornerà in voga (sempre che non venga sostituito dal lavoro nero o dipendenti con partita IVA, su questi temi bisognerebbe investirci parecchio per gli adeguati controlli). Il dipendente a contratto a tempo indeterminato sarà tutelato dalla legge in misura sempre più maggiore con l'aumentare dell'anzianità lavorativa.
- Assegno universale dopo la perdita del lavoro (a coloro che si licenziano perchè mobbizzati??) e conseguente obbligo di un corso di formazione professionale e di non rifiutare una nuova proposta di lavoro. Il finanziamento pubblico di un corso di formazione professionale f dovrà essere rendicontato online, inoltre i corsisti che non si adeguano a date performance verranno cancellati (dai corsi)
- Un unica agenzia federale che coordini i vari centri per l'impiego locali
- Riforma dei sindacati (che ormai sono in stato vegetativo da anni), introducendo l'obbligo di far entrare nei CDA delle grandi aziende i rappresentanti dei lavoratori eletti direttamente dagli stessi
- Individuazione di 7 piani industriali (uno per settore) con l'intento di indicare azioni concrete per la creazione di nuovi posti di lavoro per questi settori: cultura turismo e agricoltura, Made in Italy(artigiani, moda...), informazione e comunicazione telematica, green economy, Welfare, edilizia, industria manifatturiera.
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